Roca Vecchia

La località costiera di Roca Vecchia è situata sulla Costa Salentina tra la Baia
di Torre dell’ Orso e San Foca ( marina di Melendugno LE ). E’ un luogo meta
oggi di migliaia di turisti grazie alla trasparenza delle sue acque cristalline e
alla bellezza delle sue falesie ricche di magia e di storia.
Sin dall’antichità Roca grazie alla sua posizione strategica per le rotte di
navigazione tra l’Egeo e il Mediterraneo centrale, e alla sua vicinanza alla
sponda illirica ( 70 Km. circa) nel Canale d’Otranto, ha rappresentato un
crocevia importante per le comunicazione tra Oriente e Occidente.
Grazie alla sua vicinanza alla Grecia, Roca si può dire cha ha rappresentato
la porta da cui ha avuto accesso la cultura greca in tutte le sue sfaccettature.
Una su tutte che ancora esiste è la lingua greca salentina o griko che ancora
viene parlato in nove paesi della Grecìa Salentina.
Sede di importanti scavi archeologici che hanno dimostrato come questa
località sia stata abitata sin dall’ Età del Bronzo ( XV-XI sec. a.C.), pare sia
stata frequentata per tutta l’Età del ferro e poi dai Messapi (IV-III sec. a.C.) le
cui tracce ritrovate furono più cospicue: una cinta muraria, un monumento
funerario, tombe e fornaci. Il nome della città messapica pare che fosse
Thuria Sallentina.
Fu successivamente abbandonata perché pare che non siano state ritrovate
tracce del periodo romano.
Nell’ Alto Medio Evo fu frequentata da monaci Basiliani provenienti dall’
Impero Romano d’ Oriente cacciati dalle loro terre d’origine a causa della
persecuzione religiosa perpetrata dall’ Impero Bizantino e che abitarono le
grotte naturali che si trovavano sulla costa.
Fu fortificata nel XIV sec. dal Conte di Lecce Gualtieri VI di Brienne.
Nel 1459 erano presenti 13 famiglie ebree costrette a scappare da lì e
rifugiarsi nei paesi vicini nel 1480 a causa dell’ invasione dei Turchi.
In questo contesto pare che siano nati i Casali di discendenza di
Melendugno, Calimera, Borgagne e Vernole dove si rifugiarono gli abitanti di
Roca durante quest’ invasione.
Nel 1544 Roca venne distrutta dal governatore spagnolo Ferrante Loffredo
per ordine di Carlo V e conseguentemente venne costruita Roca Nuova
distante non più di 3-4 km dalla Vecchia.
Roca Nuova raggiunge nel 1805 una popolazione costituita da 150 famiglie
viventi nelle masserie dei dintorni.

Roca Nuova piano piano subisce uno spopolamento nei primi decenni del
XIX sec. fino al 1925 quando viene definitivamente abbandonata.
LUOGHI D’ INTERESSE
Santuario Maria Santissima delle Grazie o Cripta di Roca Vecchia
Fu costruita su di un antico ipogeo o cripta bizantina. Si presenta
seminterrata, a 3 navate con colonne e capitelli di origine composito-corinzia.
Sotto di essa vi è una grotta di origine carsica. Ha un altare costruito in pietra
leccese dove è incastonata l’ effige della Madonna. Effige che, secondo la
leggenda, pare sia stata trovata da un giovane pastorello rocano in un
anfratto durante la ricerca di un agnellino disperso.
Ai lati dell’altare sono presenti due busti dedicati A Sant’ Agata e Santa
Apollonia. In passato esisteva un altare dedicato a San Brizio ( protettore di
Calimera) e Sant’ Antonio (Protettore di Borgagne).
Alla Vergine di Roca ricorrono dei festeggiamenti nei paesi in cui si
rifugiarono gli abitanti di Roca durante l’invasione dei Turchi.
° Ultimo Sabato di Aprile per Vernole
° Primo Sabato di Maggio per Calimera
° Secondo Sabato di Maggio per Melendugno
° Terzo Sabato di Maggio per Borgagne.
In questi giorni di festa i fedeli fanno un pellegrinaggio a piedi partendo dai
loro rispettivi paesi fino alla Cappella di Roca dove si celebra la Messa. Fino
a pochi anni fa, dopo la celebrazione della Messa ci si fermava vicino al mare
a consumare dei cibi al sacco.
Grotta della Posia o Poesia Grande
Oggi viene definita una delle piscine naturali più belle del mondo per la gioia
dei turisti. Fino a pochi anni fa era conosciuta solo ai frequentatori e abitanti
di Roca che la consideravano un luogo da proteggere, quasi sacro.
Si tratta di tre cavità carsiche collegate fra loro da cunicoli e gallerie scoperte
dall’uomo fin dalla preistoria. Queste gallerie portano ad una cavità che
l’uomo scelse come luogo di culto. All’interno esisteva una fonte d’ acqua
dolce. Tanto che prima il nome era Posìa dal greco “ bevuta” poi trasformato
in Poesia.
A qualche decina di metri dalla Posìa Grande esiste la Posìa Piccola molto
importante per la scoperta, fatta nel 1983 dall’ archeologo Prof. Pagliara,

dello straordinario patrimonio epigrafico conservato sulle sue pareti. Circa
6oo metri quadrati di superfici incise: figure preistoriche, testi messapici, testi
latini, elementi figurativi, nome della divinità Taotor e rituali di culto che
dimostravano che fosse un luogo importante religioso che si trovava
nell’entro terra ma che nel corso dei millenni il mare se ne era impossessato
e fatto cadere le volte. Luogo di culto del II millennio a. C. visitato da tanti
popoli che vi passavano data la posizione di crocevia che Roca costituiva tra
l’ Egeo e il Mediterraneo.

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